lunedì, ottobre 03, 2005

Se ci si guarda intorno


Mi piace guardare le persone e cercare le ali. Ogni tanto è facile vedere angeli, altre volte non si possiede quel genere di luccicanza e le persone sembrano opachi contenitori di polvere. E' per questo che, soprattutto in momenti come questo, mi devo sforzare di fare i test di riconoscimento ali.
Ognuno ha i propri, penso -un po' come le prove medioevali per capire se una donna è una strega-. I miei li racconterò un altro giorno.

18 Comments:

Blogger giulia capotorto said...

le borse di Fiorucci "guarda, forse c'é un angelo accanto a te" le ho sempre trovate vagamente stupide. Però, a dire il vero, ogni volta che ne incontro una sul tram, mi guardo sempre intorno.

10:04 AM  
Anonymous Anonimo said...

Fiorucci non specifica mai di quale angelo si tratti. L'unico angelo che potremmo veramente incontrare è un angelo caduto. Cioè l'unico angelo che davvero avrebbe un interesse a mostrarsi. L'angelo della tentazione, dell'umanità, del diritto... Fiorucci ha chiuso.

11:01 AM  
Anonymous Anonimo said...

mio padre, vero agnostico, puro ateo, vedeva una marcia in piu'. Le ali sono senz'altro piu' poetiche, cosi' cariche di iconismo occidentale. Ma pensi che potremmo ricoscerle, o meglio, cresceranno al giapponese e all' aborigeno? Personalmente mi faccio spesso depistare non solo dall'apparenze, che e' normale, ma la realta' stessa e dichiarata della personalita' mi sfugge, a volte, figurati le ali!

11:40 PM  
Anonymous Anonimo said...

Veramente io, da buon cinefilo, avevo pensato a ciò che in lingua originarie è "wings of desire" e che in italiano è stato tradotto con poca poeticità ma allo stesso tempo evitando la banalità "Il cielo sopra berlino".

... dimenticavo, gli angeli esistono e a volte sono più umani di ciò che immaginiamo.

1:42 AM  
Blogger giulia capotorto said...

Secondo la mitografia letteraria e cinefila, gli angeli che si mescolano alle persone sono quelli che, di solito per amore dell'imperfezione terrena, rinunciano alle ali per contaminarsi con il mondo. Oppure quelli in prova, gli angeli "in fieri". Un po' come tutti. L'espressione "angelo caduto" è molto bella e carica di significati poetici, religiosi e malinconici. Per me angelo è chi mi indica, mi suggerisce una strada, un percorso di senso per uscire da un labirinto.Può essere caduto oppure in attesa di volare, non importa.

1:43 AM  
Anonymous Anonimo said...

Hai dimenticato gli angeli che cadono semplicemente perché inciampano colpendo un raggio di sole.

1:50 AM  
Blogger giulia capotorto said...

Pedro (senza erre)hai beccato in pieno il riferimento cinefilo. L'immagine dell'angelo Nastassia Kinsky che consola il tossico dietro le macerie del muro, insieme all'angelo col cappotto e alla biblioteca dei pensieri. Pensavo anche alla Vita è meravigliosa, con l'angelo senza ali che deve guadagnarsi il volo.
Certo, comunque, è l'umanità degli angeli che mi attira, più che l'angelicità degli umani.

1:53 AM  
Blogger giulia capotorto said...

la maggior parte della gente cade per questo motivo, no?
Viene abbagliata da un raggio e perde l'equilibrio.

1:55 AM  
Blogger giulia capotorto said...

Per l'anonimo della marcia in più: Credo che ognuno di noi, aborigeni o dervisci, si faccia un'idea di angelicità a partire dai propri riferimenti culturali e dal proprio dna di imprinting socio-ambientale ecc.
Non credo che all'aborigeno spuntino le ali, perché lui non se le vederebbe. Per me le ali sono una metafora irrinunciabile e profondamente laica- anche se, chiaramente, non posso prescindere dall'iconografia degli angeli custodi e dell'annunciazione.
Non è detto, anonimo, che farsi sfuggire la realtà dell'esistenza non porti ad altre visioni di realtà, magari più leggere e più alate.

2:02 AM  
Anonymous Anonimo said...

ma non viene riscritto e riletto che la realta' supera di molto l'immaginazione? Non e' per questo che continua a sorprenderci e a confonderci? L'immaginazione e' gestibilissisima, chiak, si gira, stop, rewind, the end. La realta', relativa e multipla, no. La penetriamio a seconda delle nostre sinapsi, con la possibilita' di innescare infinite manifestazioni parallele o consquenziali che echeggiano di voce propria. Non bisogna farsi sfuggire nulla e lasciare andare tutto. Guardarsi intorno senza cercare, forse cosi sapremmo cogliere la leggerezza.
simo

5:33 AM  
Blogger giulia capotorto said...

Infatti sto cercando di praticare la realtà e di addormentare l'immaginazione. Perché noi crediamo talvolta che l'immaginazione sia libera e la realtà sia legata.
Ho capito (sto capendo) a mie spese che è forse vero il contrario, ed è lì, simo, che sono profondamente d'accordo con te.
Immaginarsi le situazioni, o i futuri, crea certe volte un circolo vizioso in cui il cervello si blocca e prende le solite direzioni.
Vivere la realtà da curiosi, senza precludersi e senza aspettarsi nulla di già conosciuto.
Guardarsi intorno senza cercare, questa è per me la serendipity.

6:42 AM  
Anonymous Anonimo said...

Molto carino questo argomento! A volte la realta' supera la fantasia ed in qualche caso puo' anche essere piacevole. Ho un amico che si lamenta sempre del dolore all' attaccatura delle ali ma non penso che sia un angelo

7:28 AM  
Blogger giulia capotorto said...

mi hai fatto venire in mente una cosa, a proposito dell'attaccatura...

7:50 AM  
Anonymous Anonimo said...

si, ma vuoi vedere le ali, laiche, e l'umanita' degli angeli...e spaventare il pescecane! Sorella, quando capiremo che il mare che stiamo attraversando ora e' quello che conta, eh? Trasparente, inquinato o tempestoso la prerogativa e' esserci dentro. Caratteristica unica e irripetibile, terribilmente bella. Il presente! Gli abbiamo dato anche il significato di dono, regalo, perche' poi cosi'frequentemente rifiutarlo o dimenticarcene? Di quell'addendo quotidiano, che se mai ce ne fosse la necessita' vera di sommarlo, dovremmo averne ben chiaro il valore. Il famoso gioco di tirare le somme!Ma tirarle a chi? Vado a dormire augurandoti il buongiorno.

9:00 AM  
Blogger giulia capotorto said...

Sorella, non avevo pensato mai al presente con il significato etimologico di dono. Ci vuole una prospettiva ribaltata, je crois.
Parlo sempre di vivere il presente, ma ancora non ho molto imparato. Una bella palestra, comunque.

9:17 AM  
Blogger ghz™ said...

Non ci sono angeli, se ne guardano bene dal vivere in mezzo a noi e se lo facessero perderebbero la stima che ho di loro.

12:50 PM  
Anonymous Anonimo said...

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9:47 PM  
Anonymous Anonimo said...

Si, probabilmente lo e

2:09 AM  

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