lunedì, ottobre 17, 2005

Tiresia vorrei che dormissi

Vedere oltre è un dono che non voglio
Allontanami il calice
Di pioggia e i fondi di caffè
Le sfere di cristallo e gli arabeschi alati
Il sangue degli agnelli nel cortile

Dammi l’oggi, in cambio
Le risate pazze e la corsa dei cani
Le notti rotonde di van gogh
Il mio volto di quando non ci sono specchi
E il profumo umido di certe estati
Regalami il pensiero di quando non penso
E una coperta per accucciarmi
Regalami un giorno
Senza guardarci attraverso

6 Comments:

Blogger giulia capotorto said...

grazie a lucio che mi ha donato un po' di energia.

7:54 AM  
Blogger alias65 said...

ti commenti da sola adesso?
:-)

serendipity sia con te!

8:01 AM  
Blogger giulia capotorto said...

ma non era un commento, era un post scriptum!!!
no, è vero, mi hai sgamato, sono un'egocentrica incurabile...

8:47 AM  
Blogger Unknown said...

Leggevo oggi - in bagno, ma non è il massimo dirlo... - che la poesia ci eleva fino a noi stessi.
Sarà una frase bellissima? I cocci rotti dei nostri versi a ricostruire il nostro mosaico, i nostri volti deformati e belli come un bimbo che sdentato sorrida...

6:19 AM  
Blogger giulia capotorto said...

mi piace localizzare i pensieri o le letture. Lo faccio sempre, tipo: ieri alla fermata pensavo ecc.
A me la poesia serve a sciogliere nodi e matasse. Non so se sia una vera elevazione (di solito non penso che per raggiungermi devo andare verso l'alto, ma pittosto verso il dentro). Sicuramente è spesso l'unico modo che ho per capirci qualcosa.

7:16 AM  
Anonymous Anonimo said...

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6:09 PM  

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