giovedì, maggio 25, 2006
giovedì, maggio 18, 2006
battito
Calamite gli occhi. Vedo nella stanza una rete, o labirinto di fili di lana. Gialli, li vedo gialli, ma senza motivo. Non perché il giallo mi ricordi qualcosa.
Vedo che deviano e fanno inciampare.
In mezzo, a fatica, trovo la strada, ma il cecchino -sempre- mi aspetta alle spalle. E ancora, di questo buio, non se ne vuole stancare.
Sento il calore appuntito come carezza
raggio di eclisse
specchio di Archimede.
E luce a intermittenza, uno scherzo stroboscopico.
C'é qualcosa che taglia, dentro a questo miele. Non sono forbici o lama.
E' una chiusura improvvisa, che dura un istante.
E sono molti di più i battiti di ciglia, molti di più di quanti crediamo.
Vedo che deviano e fanno inciampare.
In mezzo, a fatica, trovo la strada, ma il cecchino -sempre- mi aspetta alle spalle. E ancora, di questo buio, non se ne vuole stancare.
Sento il calore appuntito come carezza
raggio di eclisse
specchio di Archimede.
E luce a intermittenza, uno scherzo stroboscopico.
C'é qualcosa che taglia, dentro a questo miele. Non sono forbici o lama.
E' una chiusura improvvisa, che dura un istante.
E sono molti di più i battiti di ciglia, molti di più di quanti crediamo.