giovedì, ottobre 20, 2005

Tutto in viaggio

Ci son le ricorrenze, i calendari, i compleanni, torna Natale e il presepe, tornano i miei ciclamini rosa addormentati nell'estate, tornano i programmi televisivi e pure gli uccelli in stormo che ora stanno per partire. I giorni della settimana, che ti sembra che è di nuovo lunedì e già sabato.
Tornano le persone che credevi perdute (ma quelle non sempre) e i compleanni. E tornano le frasi fatte che ti imprigionano il cervello, e i "come stai" dei conoscenti. Torna il mio buon umore e la mia voglia di cioccolato bianco e l'abitudine di mangiare cornflakes a colazione, poi torna il desiderio di smettere di fumare e i fogli al mattino con i propositi quotidiani.
Torna la mia irrequietezza, ciclicamente, e la mia pigrizia (quella non parte mai), la mia voglia di cambiare il mondo e gli occhi assorti su un progetto lontano, tornano le stelline e i desideri da esprimere, torna che dico che sono arrivata a una saggezza e che ho chiarezza sufficiente per illuminare la notte. Torna la leggerezza di una piuma e il fatto che mi sento bella allo specchio. I nodi tornano al pettine, richiamati da qualche istinto di autodistruzione. Tornerà anche la mia voglia di guidare e i bagni caldi con le candele. Torna, sempre, il calore allo stomaco e l'energia per saltare.
Solo alcune cose non tornano. Non torna chi è morto (anche se forse non è così vero, anche se sicuramente tornano quelli che non hanno pace, quelli che fanno gli scherzi nelle vecchie case, quelli che hanno ancora qualcosa da dire), non torna ciò che è stato rubato, o per smemoratezza ho perduto, non torna l'innocenza.
O forse, e mi viene in mente adesso.
O forse.
O forse non c'é nulla che torni, soltanto continue nascite e morti, che insieme, sono sempre rinascite, e mai rimorti.

lunedì, ottobre 17, 2005

Tiresia vorrei che dormissi

Vedere oltre è un dono che non voglio
Allontanami il calice
Di pioggia e i fondi di caffè
Le sfere di cristallo e gli arabeschi alati
Il sangue degli agnelli nel cortile

Dammi l’oggi, in cambio
Le risate pazze e la corsa dei cani
Le notti rotonde di van gogh
Il mio volto di quando non ci sono specchi
E il profumo umido di certe estati
Regalami il pensiero di quando non penso
E una coperta per accucciarmi
Regalami un giorno
Senza guardarci attraverso

martedì, ottobre 11, 2005

il filo

Perchémichiedotuttoquellocheesisteèlegatodaunfilo? Filo lineare, che poi a un certo punto si ingarbuglia come le cuffiette bianche per sentire la musica. Sembra che si s p e z zi agli attraversamenti pedonali, oppure che si teeeeeenda per seguirmi sopra il tram. Si nasconde nei giorni bui e riappare all'improvviso proprio come le radici degli alberi, al confine tra aiuola e marciapiede. Certe volte lo odio, questo filo sottile che mi lega a eventi, persone o scritte sui muri, e mi sembra che si avvolga intorno a me come una ragnatela appiccicosa.
Poi penso che il mio filo di coincidenze , di parole pronunciate, trasformate e ritornate, di libri letti in questo momento e in un altro tempo, di persone che sfuggono dai puzzle lasciando un piccolo vuoto, mi sia invece corrimano, o ponte tibetano.

*In piazza Napoli, se guardate, ci sono esempi di radici ostinate, che battagliano contro l'asfalto e si divertono a creare disegni giapponesi

martedì, ottobre 04, 2005

Ancora a parlare di ali

Questa è una vecchia cosa scritta da Serendipita tempo fa. E' tornata alla memoria dopo la conversazione precedente.

Germoglio di ali (per S.D.P.)
Rimane un ricordo
e forse null’altro
Dietro quella velina che a volte
Inforco sugli occhi come una lente a contatto.
Vedo tutto e non lo posso toccare
le foglie alte degli alberi
O la musica al buio
le briciole di pane
cadute dalla tasca
O il filo d’arianna dei nostri percorsi
Che si attorciglia si tende e non si strappa
Come le catene dei cani
E il momento preciso geometrico
di un’impiccagione annunciata

O le soste quando la calamita si sveglia
E ricorda l’attrazione al cemento
E io che pure sentivo un dolore alle spalle
E allo specchio cercavo un germoglio di ali.

Mi dicevi poi poco di te
Lasciandomi in mano carta scura
E due matite per farti un ritratto
Tu mi rubavi parole
E la mia bocca che ride
E riempivi così il nostro spazio
E quell’aria leggera.

lunedì, ottobre 03, 2005

Se ci si guarda intorno


Mi piace guardare le persone e cercare le ali. Ogni tanto è facile vedere angeli, altre volte non si possiede quel genere di luccicanza e le persone sembrano opachi contenitori di polvere. E' per questo che, soprattutto in momenti come questo, mi devo sforzare di fare i test di riconoscimento ali.
Ognuno ha i propri, penso -un po' come le prove medioevali per capire se una donna è una strega-. I miei li racconterò un altro giorno.

Mele bianche


Ogni tanto mi soffermo a pensare a queste domande, che il protagonista di "Mele Bianche" di Jonathan Carroll amava fare e farsi.
Queste domande aiutano, in certi momenti confusi, a fare il punto della situazione.
Ma quale punto, poi.



Quali tre pasti del tuo passato vorresti rifare?

Quali due oggetti vorresti possedere ancora?

Quale azione vorresti ritirare o cancellare dalla tua vita?

Quale persona vorresti rivedere e quale esperienza vorresti poter rifare?


Mele bianche, pag. 226.