giovedì, maggio 25, 2006
giovedì, maggio 18, 2006
battito
Calamite gli occhi. Vedo nella stanza una rete, o labirinto di fili di lana. Gialli, li vedo gialli, ma senza motivo. Non perché il giallo mi ricordi qualcosa.
Vedo che deviano e fanno inciampare.
In mezzo, a fatica, trovo la strada, ma il cecchino -sempre- mi aspetta alle spalle. E ancora, di questo buio, non se ne vuole stancare.
Sento il calore appuntito come carezza
raggio di eclisse
specchio di Archimede.
E luce a intermittenza, uno scherzo stroboscopico.
C'é qualcosa che taglia, dentro a questo miele. Non sono forbici o lama.
E' una chiusura improvvisa, che dura un istante.
E sono molti di più i battiti di ciglia, molti di più di quanti crediamo.
Vedo che deviano e fanno inciampare.
In mezzo, a fatica, trovo la strada, ma il cecchino -sempre- mi aspetta alle spalle. E ancora, di questo buio, non se ne vuole stancare.
Sento il calore appuntito come carezza
raggio di eclisse
specchio di Archimede.
E luce a intermittenza, uno scherzo stroboscopico.
C'é qualcosa che taglia, dentro a questo miele. Non sono forbici o lama.
E' una chiusura improvvisa, che dura un istante.
E sono molti di più i battiti di ciglia, molti di più di quanti crediamo.
mercoledì, maggio 17, 2006
geometria
sent0 molte altre piccole storie
come quella degli occhi quadrati.
potete fornirmi di tappi angolari ?
Anomalia nella selezione
di onde sonore mancine.
come quella degli occhi quadrati.
potete fornirmi di tappi angolari ?
Anomalia nella selezione
di onde sonore mancine.
giovedì, aprile 06, 2006
parole in cambio di voti
mercoledì, marzo 08, 2006
si aprono porte
Amo i palazzi della memoria con le loro stanze da horror vacui, cabinet di curiosité affastellati di comete imbalsamate e denti di lumaca.
Sveglie senza martelli, pendole senza pendolo. Nascondo dietro una culla i numeri di telefono e sopra un lampadario a goccia le bollette da pagare. Percorro senza inciampare corridoi impolverati, con qualche tagliola sotto i tappeti.
Ogni tanto finisco in un buco di un tarlo, a fatica ne esco fuori con una cifra sul braccio. Ispeziono un po' timorosa le stanza in fondo, quelle con la porta che scricchiola e i giocattoli buttati e le barbie con i capelli sforbiciati.
Coloro di viola un cassetto per ricordarmi diverso il suo contenuto.
Alcune stanze sono così visitate, come la vergine di Lourdes o il seno di giulietta capuleti a verona o i gradini della torre di pisa o i corrimano degli autobus. Così visitate che il pavimento si è assottigliato e forse un giorno o l'altro crollerà.
Sveglie senza martelli, pendole senza pendolo. Nascondo dietro una culla i numeri di telefono e sopra un lampadario a goccia le bollette da pagare. Percorro senza inciampare corridoi impolverati, con qualche tagliola sotto i tappeti.
Ogni tanto finisco in un buco di un tarlo, a fatica ne esco fuori con una cifra sul braccio. Ispeziono un po' timorosa le stanza in fondo, quelle con la porta che scricchiola e i giocattoli buttati e le barbie con i capelli sforbiciati.
Coloro di viola un cassetto per ricordarmi diverso il suo contenuto.
Alcune stanze sono così visitate, come la vergine di Lourdes o il seno di giulietta capuleti a verona o i gradini della torre di pisa o i corrimano degli autobus. Così visitate che il pavimento si è assottigliato e forse un giorno o l'altro crollerà.
lunedì, febbraio 27, 2006
Parole che vorrei avere scritto io
Oggi ho ricevuto un piccolo dono di Alda Merini. Non scrivo che a me stessa le frasi degli altri di solito, me le appiccico in giro se mi hanno fatto pensare.
Ho letto questi versi e ho pensato a mia madre.
Vorrei così tanto dedicarglieli, ma di più.
Vorrei proprio averli scritti io.
"Mia madre aveva la mappa completa
del mio dolore
che ora tutti divorano con avidità
perché con infuocato livore
mi invidiano."
Ho letto questi versi e ho pensato a mia madre.
Vorrei così tanto dedicarglieli, ma di più.
Vorrei proprio averli scritti io.
"Mia madre aveva la mappa completa
del mio dolore
che ora tutti divorano con avidità
perché con infuocato livore
mi invidiano."